In quasi tutti i testi che si occupano di aikido compare una biografia del fondatore dell’Aikido cosiddetto moderno, O Sensei Ueshiba Morihei (1883 – 1969) associata ad una specie di storia dell’aikido e se devo essere sincero entrambe, in molti casi, risultano essere, a dir poco, sconcertanti.
Chi più chi meno si è abbandonato ad una specie di consuetudine biografica e storica risalente all’epoca della morte di O Sensei, quando si è assistito ad un passaggio di potere più consono a una Corte Imperiale piuttosto che ad una Scuola di Arti Marziali.
Partendo da questa considerazione la nostra Scuola di aikido non vuole in alcun modo identificarsi come figlia di un contesto storico da altri già pianificato e supinamente accettato come verità rivelata.
Perciò nulla o ben poco di ciò che si legge o si dice attualmente in giro dell’aikido, ci appartiene.
In realtà penso che non possa esistere una versione ufficiale dell’aikido così come non esiste e non è mai esistito, né in oriente né in occidente, un unico modo di praticare l’aikido. Ne fa fede per esempio il fatto che alcuni tra i più grandi Allievi Diretti di O Sensei abbiano creato Scuole e stili di aikido totalmente differenti tra loro.
Non esiste quindi un aikido cosiddetto "ufficiale", bensì una metodologia di pratica che può e deve essere personale e che dipende dalla appartenenza, dalla filiazione Maestro-Allievo, dall’esperienza e dalle proprie capacità.
Le origini dell’aikido sono molteplici e in ogni caso, poco chiare. L’aikido esisteva in Cina, prima che in Giappone, in certe pratiche del kung fu ed è possibile inoltre riconoscere l’aikido nell’okinawate e nell’hapkido coreano. Come se non bastasse vi sono Scuole giapponesi di aikido preesistenti a Ueshiba Morihei le quali rivendicano la loro peculiarità. Per non parlare poi della Aikibujutsu Daito Ryu (Scuola tuttora esistente) che secondo una leggenda sarebbe stata creata da Minamoto no Yoshimitsu (1045 – 1127) a partire da antiche tradizioni guerriere dei Minamoto, famoso clan di samurai.
E’ difficile pensare che O Sensei abbia potuto fondare il proprio aikido su uno studio durato solo qualche mese. E’ più logico pensare che il suo aikido solo in parte possa essere riferito al tai-jutsu della Daito ryu e che in parte derivi da studi presso altri Maestri di arti tradizionali oltre che, certamente, da una lunga all’epoca di Takeda Sokaku (1870 – 1943), grande Maestro della Scuola Daito, depositario dell’eredità di questa Scuola ma dalla quale, in base al principio Menkyo Kaiden (diritto di trasmettere una parte della pratica o la sua totalità) ottenne solo la trasmissione del tai-jutsu (tecniche a mani nude). Presso Takeda Sokaku studiò, ma solo per pochi mesi, Ueshiba Morihei. In ogni caso l’insegnamento praticato da Takeda Sokaku non era quello della Daito ryu, bensì quello della propria autodidattica.
C’è la sensazione che si cerchi di abolire tutto ciò che è precedente a Ueshiba Morihei con la conseguenza che si è perso gran parte dell’aikido come per esempio l’aikiken, l’aikijo, il rituale dello Shinkokyu, l’AIKISHINTAISO.
L’aikiken e l’aikijo (per i quali estrema importanza rivestono le Scuole Yagyu, Shinkage, Hozoin) sono stati semplicemente sostituiti dal kenjutsu, dallo iai-jutsu oppure dal jodo (che peraltro formano discipline a se stanti).
Per quanto riguarda altre pratiche quali lo Shinkokyu e l’Aikishintaiso vige la strategia del silenzio poiché si rischia di legarle all’Omotokyo, una setta facente parte delle cosiddette "nuove religioni" che creò, prima della seconda guerra mondiale, non pochi problemi al governo giapponese a causa delle proprie posizioni ultra estremistiche, e della quale O Sensei fece parte per un certo periodo.
In ogni caso al di là degli eccessi nazionalistici di questa setta e contrariamente a quanto si vuol far credere, O Sensei ottenne la sua illuminazione ("satori", secondo il linguaggio buddista o meglio, "presa di coscienza") attraverso l’Omotokyo e non per mezzo dell’aikido (Ueshiba Morihei non aveva alcuna affinità col buddismo in generale, né col buddismo zen).
Mi permetto di fare un’ultima considerazione: non bisogna dimenticare che l’aikido non è stato inventato da qualche divinità bensì da uomini che seppur grandi restano in ogni caso, appunto, uomini, con i loro pregi e difetti! Il voler mitizzare o enfatizzare le gesta di questo o di quest’altro non produce altro effetto se non quello di "cristallizzare" le nostre capacità evolutive in una sorta di passività e rassegnazione alla vista di una distanza apparentemente incolmabile.
La genialità è insita nella natura umana ed è bene saperla cogliere!
Paolo Salvadego